Kitabı oxu: «Ombra Di Morte», səhifə 2

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“Vedo che hai trovato la mia Aurora.” Samuel inalò l’odore persistente di un accoppiamento passionale e sentì l’afflusso dei propri ricordi nutrire la gelosia. Voleva sapere come aveva fatto quell’uomo a sfuggire alla sua spada. “Sento il suo odore su di te.”.

Michael sogghignò, ringraziando silenziosamente il demone per avergli detto il nome della donna che lo aveva abbandonato. Sentendo la propria gelosia emergere, rispose con voce fredda “Non mi sembrava che fosse tua quando, pochi minuti fa, ero dentro di lei.”.

Samuel socchiuse gli occhi, nascondendo le proprie intenzioni più oscure “Pensi di poter prendere il mio posto facendo l’amore con lei una volta? È mia da oltre mille anni e un incontro nella metropolitana non infrangerà il diritto che ho sul suo corpo.”.

Michael sentì una rabbia innegabile pervaderlo mentre immaginava Aurora con quel demone. Gli era stato insegnato che era peccato mettersi tra un uomo e la sua compagna ma quello non era un uomo e, al momento, non gliene importava affatto.

Samuel si bloccò quando gli occhi dell’uomo iniziarono a brillare pericolosamente e un potere a lui sconosciuto gli solleticò la mano nel punto in cui lo stava toccando. Sarebbe stato un errore mostrarsi impaurito.

Sporgendosi, Samuel fece un sorrisetto e mentì “Se lei è rimasta così colpita allora perché ti ha lasciato per venire a cercarmi?” Si rese conto del proprio errore quando il tunnel iniziò a tremare sotto i suoi piedi e capì che la causa di quel terremoto era proprio davanti ai suoi occhi.

Michael sentì la pelle iniziare a formicolare come quando aveva colpito la ringhiera prima... e la cosa gli piaceva. Sentendo il rombo di un treno in avvicinamento, rivolse al demone un sorriso agghiacciante e poi lo spinse all’improvviso. Il sorriso di Michael si oscurò quando il demone finì oltre la ringhiera, dritto davanti al treno.

Esso si scontrò con il mezzo ma, in una frazione di secondo, Michael vide che il demone si era girato e si era aggrappato al treno come per farsi dare un passaggio. Prima di riuscire a seguirlo e finirlo, Michael sentì la terra tremare e muoversi proprio mentre un pezzo di cemento si schiantò accanto a lui.

Ignorandolo, volse lentamente il proprio sguardo furioso nella direzione in cui il treno aveva portato il demone. Non gli importava se il mondo sarebbe crollato, avrebbe prosciugato ogni goccia di sangue da quel figlio di puttana. Muovendosi più velocemente del treno, si schiantò contro una fiancata, così forte da farlo oscillare sui binari.

Prima di potersi arrampicare sul tetto, sentì qualcosa sbattergli contro la schiena e lottò contro il dolore bruciante, cercando di liberarsi da qualunque cosa fosse.

Syn aveva sentito il sole sfiorare la pelle di Michael e aveva usato il legame per raggiungere rapidamente suo figlio. Arrivò giusto in tempo per vedere Michael attaccare il treno e il suo sorriso oscuro gli fece capire tutto quello che c’era da capire... Michael aveva appena affrontato il suo vero potere e non lo stava gestendo molto bene.

Andando dietro di lui, Syn estrasse un eliotropio dal proprio bracciale e glielo affondò nella schiena, spingendolo tra la carne e il sangue. Lo tenne fermo mentre affondava la gemma dietro il suo cuore, quasi come Michael aveva fatto con Kane.

Il tunnel iniziò a vibrare attorno a loro per la rabbia di Michael, e Syn pensò subito ad un riparo in cui portarlo se non avesse controllato la sua rabbia. Piantando i piedi contro la fiancata del treno, si spinse via portando Michael con sé. Cercando di stordirlo per calmarlo, Syn lo sbatté contro il muro così forte da lasciare un buco ma Michael lottava ancora freneticamente.

Sentendo quella rabbia acquistare forza, Syn sospirò stancamente prima di afferrargli il collo... piegandolo.

Afferrò il corpo inerte di Michael e lo prese tra le braccia. Percorrendo qualche metro fino ad un incavo nascosto nel buio, Syn portò Michael nella sala di manutenzione più vicina e forzò la porta. Lo adagiò a terra e lo guardò per un momento, prima di lasciarlo lì.

Chiudendo la porta dietro di sé, si voltò e vi posò il palmo, ergendo una barriera contro i demoni, in modo che suo figlio non venisse disturbato. Non poteva aiutarlo a guarire... serviva tempo perché quel tipo di rabbia svanisse.

Sogghignò, sapendo che la femmina di caduto aveva destabilizzato il mondo di Michael, poi si accigliò guardando di nuovo nella direzione in cui si trovava Angelica. Il mondo di Michael non era l’unico ad essere stato destabilizzato.

*****

Shadow era nascosta nella prigione che si era creata da sola, nel labirinto delle creature della notte chiamato “regno degli spiriti”. Poteva anche essere intrappolata lì in quella dimensione alternativa, ma ciò non significava che doveva rendersi oggetto dell’attenzione indesiderata di Deth o dell’orda di demoni che lui aveva portato con sé.

Le mancava quel mondo vitale che adesso era da qualche parte dall’altro lato della sottile barriera che separava i due mondi. Superare quella barriera era piuttosto doloroso ma lei lo avrebbe fatto senza pensarci due volte, se Deth glielo avesse permesso. Il problema era che lui non glielo avrebbe mai permesso.

Vide Deth dare ancora una volta un po’ del proprio sangue a Myra, faceva parte dell’accordo che aveva stretto con la donna prima di ucciderla nel mondo umano. Come promesso, l’aveva risvegliata dalla morte, ma era un processo lento perché quel demone geloso aveva preteso di essere l’unico a nutrirla.

L’unica cosa positiva per la donna era stata la sua permanenza di appena un paio d’ore tra i morti. Quel risveglio non era niente in confronto al processo che servirebbe ad uno zombie per riformarsi dopo essere stato nella tomba per anni, o addirittura secoli. Shadow sospirò per la noia, sarebbe stato più divertente vedere l’erba crescere.

Per come la pensava lei, i demoni stupidi meritavano umani stupidi. Era stata testimone dell’accordo... anzi, di entrambi gli accordi. Quello che Deth aveva proposto a Myra quando lei aveva partorito la loro figlia mezzosangue, e quello che Myra aveva proposto a Deth per concedergli almeno una delle due cose che voleva.

Ottenere metà di ciò che si vuole non ha mai reso felice nessun demone. Invece di vedere il bicchiere mezzo pieno, per Deth era sempre mezzo vuoto.

Shadow ricordò che lui e Myra avevano iniziato a combattere piuttosto pesantemente all’epoca. Myra trascorreva la maggior parte del tempo a fuggire dall’errore che aveva commesso, ma non era mai riuscita a seminare il demone, che seguiva il suo odore. Più lei lo combatteva, più Deth la voleva.

Shadow scosse la testa, rendendosi conto che gli umani e i demoni erano molto più simili di quanto pensassero. Stanca della guerra tra loro, Myra alla fine aveva smesso di fuggire e aveva proposto un patto a Deth.

Il primo accordo fu che Myra sarebbe stata la sua amante ogni volta che lui lo desiderava, a patto che lui stesse lontano dalla bambina. Deth era sotto l’influenza della fame di Myra quando aveva accettato, proprio come un umano che pensa in modo sbagliato.

Il secondo accordo fu comunque interessante. Deth minacciò Myra che, se non avesse potuto sorvegliare né vedere Tiara, allora avrebbe mandato qualcuno per farlo al suo posto... l’accordo non lo vietava. Myra si fece prendere dal panico e tentò di stringere un altro accordo con il suo amante demoniaco. Era incredibile, non era mai riuscita ad imparare a non fidarsi di un demone, anche se aveva studiato meglio quell’accordo finale.

Myra accettò di entrare nel mondo dei demoni e che Deth la risuscitasse, a condizione che lui fosse rimasto lì con lei. Shadow sapeva che era l’ultimo passo per assicurarsi che Deth non mettesse mai le mani su Tiara, “la piccola principessa”.

Shadow suppose che Myra amasse Deth almeno un po’, ma non era per quello che aveva stretto il patto... se la donna fosse stata abbastanza potente lui sarebbe andato incontro alla propria fine già prima di stringere il primo accordo.

Anche Deth era stato più intelligente, la seconda volta, e aveva rivisto l’accordo prima di accettarlo. Si era assicurato che Tiara avesse il protettore che lui voleva, prendendo l’anello di Shadow e facendone una copia usando il suo sangue di creatura della notte. Secondo l’accordo, Deth avrebbe indossato la copia e Tiara avrebbe potuto scegliere un umano che indossasse l’anello vero, in modo che lui avesse potuto controllarlo con l’incantesimo vincolante.

Shadow, più di chiunque altro, conosceva i segreti che nascondeva l’anello vincolante egiziano. Si accigliò pensando all’umano che adesso, indossandolo, era intrappolato nel gioco di Deth.

Tramite gli anelli avveniva la vera connessione tra Deth e sua figlia. Grazie ad essi lui poteva tenerla d’occhio da lontano. Semmai Tiara avesse incontrato un nemico che l’avrebbe battuta, allora l’anello lo avrebbe avvertito e gli sarebbero state concesse ventiquattr’ore dall’altra parte della barriera per salvare sua figlia, prima che l’accordo lo richiamasse indietro.

Myra era stata una stupida ad accettare quei termini. Se a Deth fosse stato permesso di andarsene, avrebbe trovato il modo di portare Tiara con sé. Ciò che non aveva detto a Myra era che l’anello gli dava anche il controllo sulla persona che lo indossava, o almeno abbastanza controllo da farla rimanere accanto a Tiara se lui lo voleva.

Shadow osservò Deth che fissava l’anello e si chiese quanto ci sarebbe voluto prima che lui decidesse di inviare un demone da sua figlia solo per ferirla, così da potersi riprendere ciò che gli apparteneva. Conosceva Deth, lo conosceva da più tempo di quanto riusciva a ricordare. Forse lui amava Myra e Tiara a modo suo, ma era abbastanza malvagio da distruggerle entrambe senza provare molto rimorso.

Un demone che ti odia è una cosa, ma un demone potente come Deth che ti ama è un destino ben peggiore. Myra non sapeva che, accettando di essere risuscitata con il sangue di Deth, non sarebbe mai riuscita a combatterlo come aveva fatto nel mondo umano. Ora sarebbe diventata poco più che una bambola di pezza ubbidiente, che lui avrebbe manipolato per l’eternità. L’unica cosa che Deth non le aveva tolto era la sua anima.

Shadow guardò i segni sui propri polsi e desiderò che Deth non le avesse mai restituito la sua anima usando un incantesimo per legarla a sé come una creatura della notte. Almeno, senza un’anima, il torpore le avrebbe impedito di annoiarsi a morte.

Abbassò le braccia rassegnata, ormai non importava. Finché Deth lo avesse voluto, lei sarebbe rimasta intrappolata in quel mondo come Myra. L’unica cosa che ormai aspettava era che lui decidesse quando uccidere sua figlia.

Deth scostò lentamente il proprio petto nudo dalle labbra di Myra e si alzò dal letto, disinvolto nella propria nudità. Aveva creato quel luogo tra le dimensioni molti secoli prima, dominandolo dalla vetta più alta con un esercito intoccabile... migliaia di anime al suo comando.

Così come la bella Myra, anche lui era un negromante, ma il suo forte era schiavizzare le anime invocate piuttosto che guidarle nell’aldilà.

Esse si aggiravano nella sua magnifica dimora implorando la libertà, ma Deth non lasciava mai andare ciò che era suo. Sapeva che Myra non lo amava davvero e comunque non gli importava se era così o no. Lei era sua e quello era tutto ciò che contava.

Guardò fuori dalla finestra della sua camera da letto mentre si infilava una pesante vestaglia di broccato. Si era stancato del mondo. Senza più niente per cui combattere, persino rubare le anime non aveva più il suo fascino. Gli mancavano il mondo demoniaco che ricordava e il fratello che aveva perso tanto tempo prima.

Craven era nato dalla stessa donna solo pochi attimi dopo di lui, eppure non erano uguali. Lui non aveva avuto la forza di gestire la guerra che stava imperversando e fu sopraffatto, trascinato via nella crepa che si era richiusa. Che ragazzo debole, caduto così in fretta.

Quando aveva visto Myra per la prima volta desiderò averla... il potere che lei aveva sulle anime lo aveva attirato, ricordandogli il potere di suo fratello. Era un sapore debole ma sensuale e seducente nella sua natura.

Dopo averla osservata dall’ombra, Deth si scoprì attratto dalla sua fame sessuale. Per ragioni che non comprendeva si sentiva geloso quando lei si rivolgeva a quei deboli maschi umani per saziare il proprio bisogno. Quella era una delle ragioni per cui si era allontanato con lei dal regno umano... sapeva che alla fine lei avrebbe trovato un modo per sfuggirgli se non l’avesse tenuta lontana da occhi indiscreti.

Deth si concentrò sull’anello e sentì la gioia di Tiara. La sensazione di quel sentimento fece brillare i suoi occhi rossi e lui affondò il pugno in uno dei tanti ritratti di Tiara fatti da Myra nel corso degli anni. Lei aveva speso tutte le sue energie per tenerlo lontano da Tiara e adesso la felicità della figlia era un ostacolo sgradito.

Se Tiara avesse sofferto lui sarebbe potuto andare a prenderla. Guardò tutti i dipinti sorridenti di sua figlia, poi guardò il letto su cui Myra era sdraiata. Aveva intrappolato l’anima della sua amante in quel corpo in modo che lei non avrebbe mai potuto lasciarlo, e avrebbe fatto lo stesso con Tiara.

Shadow si bloccò mentre ascoltava i pensieri di Deth e vide il ghigno malvagio che apparve sulle sue labbra. Capì che aveva percepito la sua presenza, cosa che non accadeva da quando erano giunti in quella dimensione e che, probabilmente, non sarebbe più accaduta se lei lo avesse accontentato.

‘Shadow.’ Deth chiamò la sua creatura della notte. Vedendo apparire di fronte a sé i lunghi capelli neri e il flessuoso corpo della giovane egiziana, capì di aver trovato il modo per portare via il sorriso a sua figlia.

“Vuoi che la uccida?” gli chiese Shadow, stringendo lo sguardo sul suo padrone.

Gli occhi di Deth ripresero la loro sfumatura di rosso terrificante quando lui mostrò a Shadow la mano con l’anello.

“E cosa ti fa pensare che ti darei questa soddisfazione? Sarò io a porre fine alla sua vita.” La voce di Deth era più di un sibilo irritato. Il colore rosso svanì dalle sue iridi come se non ci fosse mai stato e lui le prese il mento. “Tu troverai mia figlia e distruggerai ciò che la rende felice.”.

Shadow rimase ferma quando lui invocò un piccolo manipolo di servitori, ordinando loro di sorvegliare Shadow e obbedire ad ogni suo ordine. Lei annuì, impaziente di provare il dolore nell’attraversare la barriera. Avrebbe fatto anche di più, se lui le avesse concesso un paio di giorni di lontananza.

Deth vide Shadow svanire nel mondo degli spiriti e sorrise quando i suoi sottomessi la seguirono. Rivolgendo la propria attenzione all’anello, si spostò alla luce della finestra per ammirarlo. Inclinò la testa, sentendo non soltanto il piacere di Tiara ma anche la frustrazione di colui che portava l’altro anello.

“Oh, tu la vuoi.” sussurrò Deth con voce suadente.

Girò l’anello, recitando silenziosamente gli incantesimi runici incisi su di esso, e sorrise di nuovo. L’anello iniziò a brillare di un rosso acceso e piccole fiammelle eruppero dall’iscrizione, illuminando le parole mentre lui le recitava.

“Tu avrai lei e tutto quello che ha da offrirti.” promise Deth. “Tutto quello che devi fare è uccidere chiunque si trovi sul tuo cammino.”.

Capitolo 3

Chad non aveva ancora rivolto la parola a Trevor quando entrarono nel parcheggio del Moon Dance. Soltanto Evey era riuscita a farlo parlare un po’ e Trevor stava iniziando a sentirsi escluso. Non era scontento del fatto che Chad vivesse da solo, cavolo no, capiva il significato di ‘privacy’.

Quello che lo spaventava di più era il pensiero che lui tornasse in quell’appartamento e che qualsiasi cosa lo avesse ucciso potesse tornare per il secondo atto. L’ultima volta erano arrivati tutti troppo tardi e lui non voleva affatto rivivere la scena della morte di Chad. Una volta era più che sufficiente.

Trevor sospirò quando Chad scese dalla macchina senza dire una parola e si diresse a grandi passi verso l’ingresso del club.

“Ehi, aspetta un attimo.” gridò Trevor chiudendo un po’ troppo forte lo sportello. Fantastico, ora si sentiva in colpa per entrambi i suoi amici.

“Che c’è?” Chad ringhiò senza voltarsi.

“Dai, amico.” disse Trevor raggiungendolo e posandogli una mano sulla spalla “Non ci siamo alleati contro di te. Vogliamo solo assicurarci che chiunque ti abbia ucciso non ci riprovi.”.

“E lo fate privandomi della mia libertà?” chiese Chad con uno sguardo duro.

Trevor scosse la testa “Tu non ti sei visto, sdraiato lì per terra senza vita, in una pozza del tuo stesso sangue... è una cosa che non voglio rivedere mai più. So che adesso sei vivo e vegeto, ma questo non cancella il fatto che sei morto perché uno stronzo ti ha piantato un coltello nel cuore e l’ha fatto fermare.”.

“Perché ti preoccupi?” chiese Chad incuriosito.

“Ecco, l’altro giorno mi hai chiesto come sono riuscito a controllare le mie emozioni riguardo quegli agenti morti. Ti ricordi la mia risposta?” Trevor si passò le mani tra i capelli, sentendosi in colpa per ciò che aveva detto quel giorno.

Chad si accigliò “Sì, hai detto che dopo un po’ sei semplicemente diventato immune o qualcosa del genere.”.

Trevor lo guardò dritto negli occhi “Ho mentito.”.

“Cioè?” gli chiese Chad, ricordando di averlo colpito in faccia per quello che aveva detto. All’improvviso ebbe l’impulso di farlo di nuovo, ma questa volta ci pensò su. Rimase stupito per la confessione del suo amico e rimase lì per qualche secondo dopo che Trevor gli era passato accanto per entrare.

“Entri o vuoi restare lì tutto il giorno?” chiese Trevor, sentendosi meglio adesso che si era tolto un po’ del peso che aveva sulle spalle.

“Sì, arrivo.” mormorò Chad, sentendosi un perfetto idiota per essersi comportato da ragazzino per tutto il giorno.

Trevor lo fermò prima di entrare, per alleggerire la tensione “Ho una reputazione da difendere, quindi, se non ti dispiace...”.

Chad fece un cenno con la mano “Sì, sì, lo so... non devo farti sembrare una femminuccia, anche se la tentazione è forte.”.

Trevor gli mostrò un pugno e ringhiò, mentre Chad rise e sgattaiolò dentro. Era bello vederlo sforzarsi di ridere di nuovo. Chad odiava essere al centro dell’attenzione ma se lo meritava, per essersi fatto uccidere spaventando tutti a morte.

Quando Trevor sentì Envy gridare e Chad lamentarsi, aprì la porta ed entrò incuriosito. Un sorriso compiaciuto apparve sul suo viso quando vide Chad addossato al bancone, con un’estasiata Envy appiccicata a lui come un francobollo.

“È così bello vederti!” gridò Envy.

Gli occhi di Chad si spalancarono per la quantità di forza che lei stava usando per abbracciarlo. “Envy...” gemette lui scherzosamente “Non... respiro.”.

Seguirono alcune risatine alla reazione di Envy per suo fratello appena resuscitato... ma non potevano certo biasimarla.

“Scusa.” disse lei con una risatina lasciando andare Chad, poi sorrise a Trevor. Lui distolse subito lo sguardo e lei capì il perché nel momento in cui sentì il braccio di Devon stringerla.

Trevor osservò i preparativi per Halloween. Il club aveva già distribuito i volantini per la grande riapertura e doveva essere tutto pronto. Avevano cambiato idea, passando da una festa privata per Halloween alla riapertura al pubblico del loro club ingrandito e rinnovato.

“Allora, che succede?” chiese Envy.

“Chad non starà al castello e si rifiuta di vivere al Night Light.” rispose Trevor, ricevendo uno sguardo fulminante da Chad.

Envy si accigliò, esternando la propria preoccupazione “E perché no? Non puoi stare da solo.”.

L’espressione di Chad divenne minacciosa quando si rivolse a sua sorella “Sono adulto ma non sono ancora pronto per la casa di riposo. Non dovrebbe importarvi se vivo da solo o no. Se chi mi ha attaccato vuole trovarmi allora niente lo fermerà.”.

“Chi, o cosa...” Devon s’intromise nella conversazione e gli tese la mano “Bentornato nel mondo dei vivi.”.

Chad gli strinse la mano “Già, mi piacerebbe solo poter vivere questa vita con un senso di libertà.” Sospirò quando vide Trevor e Devon snobbarsi a vicenda.

Envy si accigliò “Ma perché non puoi vivere al Night Light? È il posto perfetto. Nessuno entrerà senza che un paio di dozzine di lupi gli saltino addosso.”.

“Non mi sentirei a mio agio lì.” rispose Chad sinceramente. “Se proprio devo, mi sistemerò in una delle celle private in centrale.”.

“Vuoi dire nel ‘buco’?” chiese Trevor con una smorfia.

Chad scrollò le spalle “Almeno sarò al sicuro e sotto costante sorveglianza... che è quello che sembrate volere tutti.”.

“Non è questo, Chad.” disse Envy tristemente. “Noi siamo la tua famiglia, i tuoi amici. Vogliamo solo assicurarci che niente ti attacchi di nuovo.”.

Trevor si passò una mano tra i capelli quando la tristezza di Envy lo colpì come un muro di mattoni “Okay, ne ho abbastanza. Chad, puoi trasferirti da me... ho più di una stanza libera e sono spesso fuori casa. Starai quasi sempre da solo, io mi farò vivo ogni tanto. Ha uno dei sistemi di allarme migliori sul mercato ed è molto più bella del ‘buco’.”.

Chad lo guardò con un’espressione accigliata. Non ci aveva mai pensato e il fatto che Trevor si fosse offerto non andava sottovalutato, poiché tutti sapevano quanto tenesse alla propria privacy.

“D’accordo.” disse Chad sottovoce, in realtà l’idea gli piaceva. “Più tardi andremo a prendere le mie cose e verrò a stare da te. Ma...” continuò “... terrò il mio appartamento. Così quando vorrò stare un po’ da solo avrò un posto dove andare.”.

“Troppo tardi.” disse Envy senza sensi di colpa. “Ieri ho rescisso il contratto e tutte le nostre cose sono già impacchettate.” Scrollò le spalle allo sguardo che Chad le lanciò e alzò il mento con aria di sfida “Che c’è? Sul contratto c’era anche il mio nome.”.

“Pazienza.” Chad cedette, decidendo di abbandonare l’argomento.

Trevor annuì e gli diede una pacca sulla spalla “Beh, pensaci... è meglio questo che vederla dare fuoco alla casa e poi doverla arrestare. Io mi accontenterei, se fossi in te.” Guardò Envy appena in tempo per vedere la luce nei suoi occhi e capì che l’aveva appena resa molto felice.

“Andiamo.” disse Envy emozionata. “Devi vedere tutto quello che abbiamo fatto al club. È molto più grande di prima.”.

Chad sorrise e si lasciò trascinare da un lato all’altro del club. Trevor li seguì a poca distanza, osservando le nuove decorazioni e sogghignando per le numerose zucche illuminate che gli altri stavano attaccando alle pareti della pista da ballo.

Warren era sull’impalcatura, appeso a testa in giù davanti alla palla stroboscopica per appendervi qualcosa.

“Accendi.” gridò Warren dopo essersi alzato in piedi.

Le luci si spensero e la sfera si illuminò. Trevor rimase perplesso mentre la palla rifletteva la luce sul pavimento e sulle pareti. Centinaia di streghe, scheletri e gatti neri sembravano rincorrersi a vicenda.

“È fantastica, fratellone.” gridò Devon.

“Ti sei ricordato di ordinare il fluido per la nebbia?” chiese Warren.

Devon fece un cenno col pollice in su “Arriva domani mattina. Nick si è offerto di andare a ritirarla.”.

“È VIVO!” si sentì urlare.

Chad gridò per lo spavento quando si sentì afferrare da dietro all’improvviso e si girò di scatto. Quando i suoi piedi toccarono di nuovo il pavimento dovette aggrapparsi alla ringhiera per reggersi. Guardando dietro di sé vide Nick.

“Nick.” lo ammonì Envy. “Non fare così.”.

“Perché no?” chiese Nick con un ghigno. “È il periodo giusto per spaventare a morte la gente. E poi non capita tutti i giorni di vedere qualcuno che ha ingannato la morte. Anch’io merito un abbraccio.”.

Chad si era ripreso e sbatté le palpebre verso Nick. “Perché, signor Wilder?” disse con voce dolce e mielosa “Non sapevo che le importasse.”.

Nick si fermò e girò lentamente lo sguardo verso Chad, che stava ridendo come un ebete.

“Accidenti.” disse Nick quando realizzò che Chad lo stava prendendo in giro. “Finché non lo rifarai MAI più andrà tutto bene.”.

“Ciao, Trevor.” disse Alicia, arrivando dietro Nick. Non vedeva Micah da due giorni perché lei e Damon stavano ancora testando la loro nuova casa al Love Bites. Anche Michael e Syn dovevano vivere lì ma, fino a quel momento, non si erano ancora trasferiti. “Micah si sta comportando bene al lavoro?”

Trevor sorrise “Se non contiamo le battaglie con gli aeroplanini di carta, usando la finestra per colpire i passanti ignari, e il continuo impedirgli di ricoprire l’auto di Tasuki di stelle filanti... sì, si sta comportando bene.”.

Alicia sorrise “Già, mi ha raccontato del nuovo arrivato che si è unito a lui e Titus e, da quello che dice, Tasuki sembra piuttosto carino.”.

Damon ringhiò alle sue spalle e lei si voltò prontamente per schiaffeggiarlo sul braccio. “Smettila.” disse Alicia, poi si rivolse a Nick “A proposito di vampiri pazzi, ho qualcosa per te.” Lo allontanò dagli altri, non volendo che nessuno vedesse il regalo che aveva per lui.

Nick si accigliò quando Alicia gli mise qualcosa in mano. “Che cos’è?” chiese incuriosito mentre fissava la collana nel proprio palmo.

“È un ciondolo che ho creato per proteggermi dall’incantesimo dei vampiri.” sussurrò Alicia, poi sorrise maliziosamente a Damon. “Ho sostituito la catenina d’oro che indossavo io con un laccio di cuoio nero, così ti starà meglio. Non dire a nessuno che ce l’hai. Se la indosserai alla festa allora Michael non potrà costringerti a travestirti da donna.”.

Nick aveva un sorriso stampato sulla faccia “Fantastico! Chi ha detto che devo aspettare Halloween per indossarla?” S’infilò subito la collana, sentendosi già più al sicuro. Ignorò Damon che aveva ripreso a ringhiare e nascose il ciondolo sotto la maglietta. “Ti sono davvero debitore.”.

Damon trascinò Alicia verso Envy, prima che Nick decidesse di abbracciarla. Lei non sarebbe stata molto contenta se avesse strangolato il giaguaro con la sua collana. Sapeva che Nick non ricordava nulla ma l’immagine di lui e Alicia nel salotto di Michael era ancora troppo fresca nella sua mente.

Alicia si accigliò quando diverse lampadine sul soffitto s’illuminarono e poi esplosero. Guardò Damon quando Warren, da sopra le travi, gridò qualcosa a proposito di un corto circuito. Nascose il proprio sorriso mentre avvolgeva le braccia attorno a Damon nel tentativo di risparmiare un sacco di fatica extra al club.

“Da cosa ti travestirai?” chiese Chad a Nick quando raggiunse gli altri.

“Sarò la versione moderna di ‘Billy the Kid’.” rispose Nick con aria seria.

“In poche parole...” mormorò Alicia “... si travestirà da se stesso.”.

Tutti ridacchiarono quando Nick scrollò le spalle e andò ad aiutare Quinn e Kat dietro al bancone. Alicia sussultò all’improvviso e si precipitò verso il retro del club, con Damon che la seguì con uno sguardo predatorio.

“Secondo te che succede?” chiese Chad perplesso.

“Tu che dici?” Devon sorrise.

Trevor guardò Envy e si accigliò quando notò che, tutto d’un tratto, sembrava un po’ pallida.

“Envy, stai bene?” le chiese piano.

La ragazza gli rivolse un sorriso smagliante e mentì “Certo, sto benissimo...”.

Lui si lanciò per afferrarla nel momento in cui i suoi occhi si chiusero.

“Envy.” Chad la raggiunse mentre Trevor la adagiava sul pavimento. “Che diavolo è successo?”

Devon si era mosso nello stesso istante ma Trevor era più vicino. S’inginocchiò accanto a Chad e accarezzò la guancia della sua compagna.

“Envy.” sussurrò lui mentre le sfiorava la pelle. “Avanti, piccola, apri gli occhi.”.

“Ha dormito abbastanza?” chiese Chad con tono accusatorio.

Envy strizzò gli occhi mentre le voci si allontanavano e gemette prima di riaprirli lentamente. Si accigliò quando tutti e tre gli uomini sospirarono di sollievo.

“Perché mi guardate in quel modo?” chiese, e si guardò attorno confusa. “Sono caduta?”

“Sei svenuta.” spiegò Chad, ottenendo una piccola rivalsa per tutta la preoccupazione che sua sorella aveva scaricato su di lui. “Stai bene?”

Envy gli afferrò la mano e si alzò lentamente in piedi “Sì, dev’essere tutta l’eccitazione del momento. Mi stavo divertendo così tanto con i preparativi che magari ho dimenticato di mangiare, o qualcosa del genere.”.

Trevor scosse la testa per quella bugia “Questa non me la bevo.” Prese il cellulare e compose rapidamente un numero. Il telefono squillò alcune volte prima che una voce familiare e cordiale rispondesse.

“Pronto?”

Lui sorrise “Salve signora Tully, sono Trevor.”.

“Trevor caro, come stai?” chiese lei.

“Tutto ok, ma ho bisogno di un favore enorme.” Vide Chad e Devon che aiutavano Envy a sedersi su uno dei sedili morbidi attorno ai tavolini.

La signora Tully sorrise “Se posso sarò più che felice di aiutarti.”.

8,72 ₼
Yaş həddi:
0+
Litresdə buraxılış tarixi:
17 aprel 2019
Həcm:
210 səh.
ISBN:
9788873045403
Tərcüməçi:
Müəllif hüququ sahibi:
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