Kitabı oxu: «Ombra Di Morte», səhifə 3

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“Sono al Moon Dance ed Envy è appena svenuta. Adesso sembra a posto ma qualcosa non va. Ha un po’ di tempo per venire a darle un’occhiata?” le chiese.

“Certo che sì.” rispose lei. “Dammi una ventina di minuti per prendere la mia borsa e mettermi in macchina.”.

Trevor sorrise “D’accordo, a tra poco.”.

“Buona idea.” disse Devon, lasciando gli altri di stucco.

*****

Jason giaceva sul letto tra veglia e sonno, nella camera in fondo al corridoio, da dove sentiva Tiara e Zachary che stavano facendo l’amore... di nuovo. Anche nel suo stato semicosciente poteva sentirli... percepiva la sua estasi come una carezza sulla propria pelle riscaldata. Premette la nuca sul cuscino quando quell’estasi aumentò, ignaro che l’anello aveva iniziato a brillare.

La sua espressione s’incupì e improvvisamente si ritrovò ai piedi del letto di Tiara e Zachary, ad osservare ciò che aveva sentito solo pochi istanti prima. Tirò quasi un sospiro di sollievo quando si rese conto che stava sognando. Quando i due non si accorsero di lui, Jason si mosse sul letto per guardare il viso di Tiara. Rimase meravigliato per il suo aspetto e cercò di distogliere lo sguardo, ma non ci riuscì.

Poi guardò Zachary, vedendo il suo corpo muoversi sopra quello di Tiara, e fece un passo indietro. Per un breve istante si vide al suo posto, tentato da ciò che avrebbe potuto avere.

Jason sentì improvvisamente qualcosa nella mano e vide il pugnale. L’impugnatura era fredda contro la sua pelle riscaldata e i bordi sembravano brillare, invitandolo ad usarlo.

La voce di Tiara echeggiò chiamando il nome di Zachary e Jason, freddo e inorridito, alzò il braccio, affondando il coltello dritto nella spina dorsale di Zachary. Le grida di piacere di Tiara si trasformarono in grida di terrore, un suono rilassante per le orecchie di Jason. Guardò il sangue che colava dalla ferita di Zachary e impregnava il materasso.

Jason riprese improvvisamente il controllo del proprio corpo e si destò dal sogno mettendosi a sedere sul letto. Fu solo grazie alla forza di volontà che si trattenne dal gridare per quella scena così orribile. L’estasi di Tiara lo pervase di nuovo e lui si mise le mani nei capelli, combattendo le lacrime che gli bruciavano agli occhi. Incapace di sopportare quel tumulto emotivo, scese dal letto e si precipitò fuori dalla porta d’ingresso, sentendosi un traditore.

Non gli importava se era un sogno o no... i sogni erano un’estensione dei desideri del cuore e del suo desiderio per Tiara.

*****

Falco Notturno era in piedi accanto allo stesso albero da cui andava e veniva dalla prima notte di Tiara al cottage. Sapeva che c’era una stanza per lui accanto alla sua ma, più le si avvicinava mentre lei e Zachary erano soli, più emozioni provava. Non emozioni qualunque... era soprattutto il desiderio a pervaderlo a ondate.

All’inizio era rimasto sorpreso di provare qualcosa e apprezzò la fugace carezza. La fame di Tiara era soddisfatta... sembrava essere l’unica cosa che lei e Zachary facevano quando erano soli. Erano fortunati se riuscivano a dormire per un’ora. L’unico momento in cui Falco Notturno non poteva sentire il suo richiamo sensuale era quando si recavano nei cimiteri per le lezioni con Craven.

Scacciò via dalla mente le grida di passione di Tiara quando notò che Craven lo aveva raggiunto sotto l’albero.

Craven rimase perplesso quando sentì il legame di sangue con Tiara intensificarsi al suo arrivo. Aveva trascorso tutta la settimana a radunare anime, cercando di costruire il suo esercito, e ciò aveva scatenato la sua fame diverse volte, al punto da provare la stessa cosa che provava Tiara... ma essere un demone a tutti gli effetti gli consentiva di non assecondarla mai. Il bisogno non lo esponeva con le anime come accadeva a Tiara. Quella era la debole linea di sangue di sua madre, non la sua.

Essere così vicino alla passione di Tiara non era facile ma a Craven non piaceva, lo annoiava. Tuttavia, il desiderio di toccare qualcuno stava lentamente iniziando a farsi strada in lui. Non importava se ne avesse il controllo o meno, il desiderio sarebbe affiorato di tanto in tanto e lui sapeva che avrebbe dovuto soddisfarlo presto, altrimenti non sarebbe stato in grado di aiutare Tiara durante la pratica.

Aspettò pazientemente che la creatura della notte si rivelasse. L’ultima volta che era stato con Tiara lei gli aveva manifestato la propria preoccupazione nel non vedere Falco Notturno da alcuni giorni. Subito dopo averlo detto si era guardata attorno e aveva mormorato “Non importa... è qui.”.

Craven si sentì divertito quando finalmente l’Indiano apparve accanto a lui. Era strano vedere tanto pallore sulla sua pelle dorata e abbronzata, e ciò rivelava la verità dietro il suo rifiuto di socializzare. Era sicuro che, se fosse stato al posto di Falco Notturno, probabilmente il continuo accoppiamento dei due avrebbe avuto conseguenze anche su di lui.

“Quando è pronta portala al cimitero dove ci siamo incontrati la prima volta.” disse piano Craven. “Quello piccolo... e assicurati che i suoi compagni di squadra non la seguano.”.

L’Indiano non disse nulla mentre Craven svaniva, ma sentì un leggero peso cadergli dalle spalle. Se Craven voleva tornare nel luogo del loro primo incontro magari significava che le avrebbe insegnato qualcosa di nuovo. Era ora di accelerare la sua istruzione ma Falco Notturno non era riuscito ad allontanarla dal suo compagno per il tempo necessario.

Il pensiero di rapirla per lezioni private gli era venuto in mente diverse volte ed era contento di non avere più un motivo per non farlo. Strinse gli occhi quando la porta d’ingresso del cottage si aprì lentamente e vide Jason uscire nel freddo della notte. Aveva una mano premuta sulla fronte ed era coperto di sudore.

Si chiese se stesse avendo il suo stesso problema a causa delle emozioni di Tiara, provenienti dall’anello. Non c’era da meravigliarsi se era davvero così.

Jason inspirò profondamente, lasciando che l’aria fresca della notte gli sfiorasse il viso. Aveva sentito e percepito abbastanza nell’ultima settimana, da quando si era trasferito da Tiara. Come se ascoltare i due novelli sposini non fosse già abbastanza, adesso percepiva anche quello che lei provava. In più, doveva ignorare il fatto che fosse Zachary a far sentire Tiara così... era abbastanza da fargli fischiare le orecchie.

Uscire dalla casa lo aiutò un po’ ma soltanto le sue orecchie trovarono sollievo. Guardò l’anello desiderando di poterlo togliere per qualche minuto. All’inizio doveva concentrarsi per percepire le emozioni di Tiara... adesso, invece, sembrava non riuscire ad allontanarsene. Si sentiva come tra l’incudine e il martello.

Vide la propria mano tremare per un attimo prima di infilarla in tasca. Non voleva far sapere a nessuno che aveva problemi con l’anello, nel timore che glielo togliessero e lo mandassero via.

Il problema era che, in alcuni momenti, si sentiva la febbre e dei desideri oscuri avevano iniziato ad entrargli in testa negli ultimi due giorni. Desideri che erano l’esatto opposto della sua personalità. Finora riusciva a controllarli ma, se la situazione fosse cambiata, sapeva che avrebbe dovuto dire tutto.

I peli sulle braccia si rizzarono ed ebbe la sensazione di essere osservato. Si girò e strinse gli occhi verso un grande albero in lontananza. Per un momento si chiese se la sagoma che aveva appena visto fosse frutto della sua immaginazione o un fantasma.

I suoi pensieri furono interrotti quando, all’improvviso, sentì qualcosa dietro di sé. Si girò convinto che uno Spinnan fosse sopravvissuto in qualche modo e lo avesse seguito fin lì.

“Preso.” disse Guy ridendo. “Avresti dovuto vedere la tua faccia. È strano che i tuoi pantaloni sono ancora asciutti.”.

Jason gli rivolse un lieve sorriso ma non abboccò all’amo.

Guy smise di ridere, notando che Jason non aveva una bella cera. “Stai bene? Pensavo che un anello che rende invincibili impedisce anche di essere malati.”.

“Non sono malato, non ho dormito bene.” brontolò Jason, infilando ancora di più la mano nella tasca dei jeans. Forse era giunto il momento di dirlo a qualcuno e Guy non era una cattiva idea, visto che era pratico di magia. “Prima dovevo concentrarmi per sapere cosa provava Tiara, invece ora che l’anello si è riattivato sento più di quanto avessi mai immaginato. La cosa strana è che questo coso sta iniziando ad essere un po’ tormentato.”.

“Che vuoi dire?” chiese Guy serio.

Jason scosse la testa, non sapendo come spiegarlo “Niente, probabilmente è solo il jet-lag... passare da essere umano a superman nel giro di due secondi è parecchio stressante.”.

“Mi chiedo per quanto tempo ne avranno ancora Zachary e Tiara.” disse Guy sedendosi sugli scalini, mentre Jason si appoggiava a uno dei montanti che circondavano la veranda.

“Già, anch’io.” roteò quasi gli occhi, ma ringraziò silenziosamente Guy per aver sviato il discorso dall’anello, poi fece un cenno verso l’albero “Credo di aver visto Falco Notturno laggiù pochi minuti fa, osservava la casa.”.

Guy aggrottò la fronte nella direzione indicata da Jason, chiedendosi cosa facesse l’Indiano. Era stato sorpreso un paio di volte da Carley mentre cercava un incantesimo che avrebbe reso visibile Falco Notturno e lei gli aveva detto di lasciarlo in pace. Sembrava seria quindi Guy aveva lasciato perdere. Era contento di aver portato tutti i loro libri di incantesimi e le pergamene al cottage, era un ottimo modo per ammazzare il tempo e sovrastare il... rumore.

“Non è proprio un tipo amichevole, vero?” chiese Jason.

Guy scrollò le spalle “Non deve esserlo per forza, lui è fedele a Tiara.”.

L’Indiano li superò ed entrò in casa. Il suo viaggio lungo la strada dello spirito lo portò in camera di Tiara... un posto in cui era stato diverse volte ma dove non si fermava mai a lungo. All’improvviso si trovò a guardare in silenzio i due che finivano di vestirsi.

Zachary si avvicinò a Tiara che si stava infilando un paio di mutandine e le cinse le spalle con un braccio. “La parte peggiore della giornata è quando decidi di rivestirti.” la stuzzicò baciandole la spalla scoperta.

Tiara ridacchiò e allungò la mano verso la gonna prima che Zachary le dicesse di non andare al lavoro.

‘Stanotte vedremo Craven da soli.’ le disse Falco Notturno.

Tiara sussultò e si mise una mano sul cuore. “Non spaventarmi così.”.

“Così come?” chiese Zachary confuso.

“Non tu... Falco Notturno.” disse lei con un tenero sorriso, poi iniziò rapidamente a sistemarsi la gonna. Avere il busto scoperto era già abbastanza.

“Chi, quel surreale indiano invisibile che non ha doti di socializzazione né personalità, e adora entrare nelle camere delle persone quando sono da sole?” chiese Zachary quando la temperatura nella stanza aumentò di parecchi gradi.

Tiara si trattenne dal ridere e mentì “Non è così e lo sai.”.

“No, non lo so.” ringhiò Zachary. “Per come la vedo io, in questo momento ci sta guardando e sta ascoltando ogni mia parola. Il fatto che ti osserva dal nulla è più che inquietante.”.

Falco Notturno apparve all’improvviso a meno di un centimetro da Zachary, facendolo saltare per la sorpresa. Tiara non si preoccupò di trattenersi, stavolta, e iniziò a ridere mentre s’infilava il top.

“Te la sei cercata.” riuscì a dire lei dopo essersi calmata.

Zachary prese la giacca e se la infilò. “Sì, certo... allora, Tonto, dove andiamo stasera?”

“Noi niente.” disse Falco Notturno con voce fredda. “Tiara e io incontreremo Craven da soli.”.

“Perché da soli?” chiese lei mentre s’infilava le scarpe.

“Vuole insegnarti qualcosa di nuovo.” rispose l’indiano e le afferrò il braccio.

Tiara spalancò gli occhi e tutto ciò che rimase di lei fu il rumore echeggiante di un sussulto mentre scompariva.

Non appena i due svanirono, Zachary si precipitò fuori dalla camera da letto e si diresse verso la porta d’ingresso, chiudendo la porta non proprio dolcemente.

“Andiamo.” ringhiò, vedendo Guy e Jason in attesa.

“E Tiara?” chiese Guy guardando dietro di sé.

“Se n’è andata.” rispose Jason, e seguì Zachary fino alla macchina.

L’altro lo fulminò con lo sguardo “Quel maledetto guardone indiano invisibile l’ha portata via per una lezione privata con Craven e non mi ha detto dove stavano andando. Quindi ho bisogno che tu usi quel dannato anello e scopri dove diavolo sono.”.

Jason guardò Guy “Mi siedo dietro con te.”.

Capitolo 4

La signora Tully entrò dalla porta principale del Moon Dance e si avvicinò subito ad Envy, che era seduta ad un tavolo al bar. Aggrottò la fronte notando Trevor e Devon in piedi ai lati opposti di quello stesso tavolo.

“Allora.” disse, andando dritta al punto “Che ne dici di raccontarmi cos’è successo?”

“Sto bene.” insistette Envy, agitando la mano con distacco “Penso di essermi stressata troppo o qualcosa del genere.”.

“Capisco.” la signora Tully alzò un sopracciglio. “Immagino che svieni spesso, allora.”.

Envy aggrottò la fronte, decidendo di non rispondere neanche. La verità era che non era mai svenuta prima d’ora.

La signora Tully indicò la porta laterale “Al piano di sopra, adesso.”.

Trevor si precipitò per aprire loro la porta e la tenne aperta lasciando entrare Devon prima di lui, poi ringhiò quando l’altro cercò di chiuderla dietro di sé. Afferrando la porta dalla presa di Devon, lo sorpassò sulle scale con un ghigno e aprì l’altra porta per Envy quando arrivarono alla camera da letto.

Osservò la stanza e poi guardò Devon “Ti piace vivere da adolescente, eh?”

Le labbra di Devon accennarono ad un sorriso mentre si guardavano a vicenda. Lui ed Envy avevano fatto l’amore solo un paio d’ore prima, proprio qui in quella stanza, e il loro odore era ancora forte... abbastanza perché Trevor potesse recepire il messaggio.

Chad alzò gli occhi al cielo vedendo i due idioti e concentrò la propria attenzione su Envy.

“Dimmi come ti sentivi prima di svenire, cara.” le chiese la signora Tully dopo averla fatta sedere sul letto.

La ragazza sospirò “Mi sentivo un po’ stordita, era una sensazione di annebbiamento ma niente di serio.”.

La signora Tully si accigliò “Lascialo decidere a me.” Si girò subito verso gli uomini addossati alla porta. “Fuori... avanti, su.”.

“Chad può rimanere?” chiese piano Envy.

La signora Tully guardò il giovane prima di annuire con la testa “Il fratello può restare, gli altri fuori.”.

Devon e Trevor borbottarono in silenzio mentre lei li spingeva fuori e chiuse la porta.

“Che diavolo le hai fatto?” chiese Trevor con un sibilo. “Non è mai svenuta da quando la conosco.”.

Devon lo guardò storto “Se sapessi perché è svenuta non avrei accettato la tua decisione di chiamare la signora Tully.”.

“Devi iniziare a prenderti più cura di lei.” ringhiò Trevor. “È umana e scommetto che la tratti come una mutante.”.

Effettivamente Devon si sentiva un po’ in colpa perché Envy non dormiva abbastanza ultimamente, ma pensava che il problema fosse stato risolto la settimana scorsa.

“Tu non eri qui.” dichiarò Devon. “Io sto con lei ogni giorno, quindi penso di saperne più di te sulla sua salute.”.

“Io ho un lavoro...” urlò Trevor “... e cioè mantenere le strade sicure affinché le persone come Envy possano andare in giro senza preoccupazioni.”.

“Ma certo.” mormorò Devon “È come dici tu, agente del governo.”.

La porta della camera da letto si spalancò e la signora Tully uscì irritata, lanciando loro un’occhiataccia come solo una madre o una nonna sanno fare.

“Se non state zitti vi spedisco di sotto per aspettare la mia diagnosi.” li minacciò, prima di sbattere di nuovo la porta.

“D’accordo.” disse Trevor a bassa voce mentre si allontanava dalla porta.

Devon lo guardò “Pensi che abbiamo esagerato?”

“Penso che dovremmo stare zitti.” sussurrò Trevor.

Devon annuì con la testa.

In camera da letto Envy era pazientemente ferma mentre la signora Tully la esaminava con occhio esperto. Tuttavia si accigliò quando la vide portarsi una mano alla fronte.

La signora Tully, alla fine, si sedette accanto a lei e pensò a come affrontare l’argomento. Aveva le idee chiare ma non era sicura di poter dire parlare in presenza Chad.

Vedendo l’espressione preoccupata sul suo viso, Envy andò in apprensione. “C’è qualche problema?”

“Non lo definirei un problema.” iniziò la signora Tully “Ma non sono sicura che questo sia l’ambiente adatto per parlarti dei miei sospetti.”.

Envy sorrise “Qualunque cosa sia può dirlo davanti a Chad.”.

La signora Tully sospirò, voleva bene a Trevor come a suo nipote e sapeva che lui aveva reclamato Envy come compagna prima che lei decidesse di stare con Devon. Adesso la questione era: quale dei due uomini era la causa dello svenimento di Envy?

“Sei sicura di volere che tuo fratello rimanga?” chiese di nuovo.

Chad si appoggiò allo schienale della sedia su cui era seduto e incrociò le braccia al petto “Io voglio sapere, signora Tully. A questo punto non me ne andrei neanche se provasse a costringermi. È mia sorella.”.

“Bene, ricordate che ci sono due uomini proprio fuori la porta che vi sentiranno se alzerete la voce.” Diede il severo avvertimento prima di indicare verso Chad. “Non voglio sentire una parola da te, capito?”

“Sì, signora.” disse Chad, sentendosi improvvisamente come quando aveva dodici anni ed era nell’ufficio del preside.

“Sei chiaramente incinta.” disse a bruciapelo la signora Tully con voce bassa, poi fece di nuovo un cenno verso Chad quando lui aprì la bocca e saltò dalla sedia come una molla.

Envy scosse la testa e sfiorò la mano di suo fratello finché lui non si sedette sul letto accanto a lei. “Signora Tully, non può essere. Uso contraccettivi da una vita.” sussurrò Envy, assicurandosi di tenere la voce bassa come la signora Tully, ora che ne capiva il perché.

La donna si accigliò provando compassione per l’ingenuità della ragazza “Nessuno dei due uomini qui fuori è umano, Envy... i contraccettivi non funzionano con la loro potenza. Nel momento in cui sei entrata nel loro mondo il farmaco è diventato completamente inutile.”.

Envy deglutì a fatica e impallidì improvvisamente. “I due uomini...” ripeté le parole della signora Tully e spalancò gli occhi. Non aveva il ciclo da un paio di settimane prima di incontrare Devon... non aveva idea di chi potesse essere il padre.

“Come fa a sapere che è incinta?” sibilò Chad sottovoce. “Non servono analisi del sangue per una cosa del genere?”

Envy fu d’accordo con lui, non bastava che una persona la guardasse ed elaborasse la diagnosi. “Se è così allora con le analisi potrebbe anche dirmi quando è successo, giusto?”

La signora Tully annuì e prese la sua borsa. Rovistando tirò fuori un ago ipodermico “Posso fartelo sapere con sicurezza entro un paio di giorni.”.

Envy girò la testa dall’altra parte quando la donna le prelevò il sangue, ma si trovò faccia a faccia con Chad. Guardandolo dritto negli occhi lo minacciò “Se lo dici a uno dei due prima che io sia pronta allora sarà meglio che Kriss e Dean ti abbiano reso immortale, perché ti ucciderò.”.

Chad annuì, non voleva affatto essere lui ad accendere la miccia che probabilmente li avrebbe fatti saltare tutti in aria. Entrambi gli uomini avevano i loro pregi ma alla fine lui tifava per Trevor, anche se non lo avrebbe detto apertamente.

La signora Tully chiuse la borsa con un sorriso prima di dirigersi verso la porta.

“Non stressarti.” disse la donna, a voce abbastanza alta da attirare l’attenzione dei due uomini in attesa nel corridoio. “Non devi stare a letto, ma se fossi in te non esagererei.”.

Aprendo la porta fissò i due uomini pensierosi e aspettò che smettessero di agitarsi. “Envy è solo un po’ giù di tono e ha bisogno di rilassarsi, quindi non provocatele altro stress. Non serve che stia a letto ma non voglio che si affatichi.” Lanciò un’ultima occhiata di avvertimento a Chad prima di lasciare la stanza. “Voi due zucconi potete entrare, adesso.”.

Trevor e Devon si avviarono verso la porta nello stesso momento, ma Trevor si fermò e fece cenno all’altro con un braccio “Prego...”.

Devon annuì ed entrò nella stanza per primo, con Trevor che lo seguì tranquillamente.

*****

Deth andò dietro Myra e la abbracciò. Il suo lungo mantello copriva entrambi dal collo ai piedi, avvolgendoli nel proprio calore. Col passare delle ore la sentiva riacquisire la propria mente e tornare ad essere se stessa. Era rimasta sulla porta a fissare, con un’espressione indecifrabile, l’enorme esercito che lui aveva radunato. Era orgoglioso che lei provasse un interesse così vivido per ciò che la circondava.

“Ti piace il regno che ho creato per te?” le chiese, stringendola al petto e inalando il suo meraviglioso profumo. “Non avremo mai bisogno di nasconderci, qui.”.

Myra sbatté le palpebre e una lacrima le scivolò lungo la guancia. Quel posto doveva essere stato bello, un tempo... una frattura tra le dimensioni che somigliava al suo amato mondo. Era rimasto intatto, incontaminato dalla mano dell’uomo o dei demoni. Avrebbe potuto fingere di essere felice lì, se Deth non avesse portato con sé tutti i mostri e le anime perdute.

“Le anime che hai intrappolato qui piangono.” sussurrò Myra. “Credono di essere state trascinate all’inferno e soffrono. Pensi davvero che tutto questa mi renda felice?”

Le labbra di Deth si assottigliarono per la scontentezza di lei e i suoi pensieri si oscurarono mentre allungava la mano per accarezzarle la pelle del collo. Se lei avesse accettato di portare Tiara con loro sarebbe stata felice, adesso. Era colpa sua.

Myra inarcò il collo sentendo le dita di Deth... non lo avrebbe fermato se avesse tentato di ucciderla. Non voleva stare lì, voleva andare dove le anime le avevano chiesto di andare così tante volte.

*****

Falco Notturno osservava Tiara con le braccia incrociate sul petto. All’inizio si era arrabbiata con lui per averla sottratta dalle braccia del suo amato ma, non appena aveva visto chi la stava aspettando, le era tornato il sorriso.

Craven sembrava più vicino a Tiara di quanto non fosse mai stato e sembrava più fiducioso nel suo nuovo ruolo di padre. Anche se, per un estraneo, Craven poteva sembrare il suo amante, non suo padre. Falco Notturno poteva percepire la paura di Tiara per ciò che stava per imparare e sperò che lei superasse la cosa con dimestichezza.

“Ecco.” disse Craven mantenendo la voce bassa e tranquilla. “Agisci con calma.”.

Tiara annuì, realizzando che avrebbe dovuto scavare più a fondo. Le anime che stava richiamando questa volta non erano in attesa in questo mondo... si trovavano dall’altra parte della dimensione. Era quasi come mandare un’anima indietro mentre emanava il proprio potere nel piccolo cimitero, attraverso legami infiniti.

Rabbrividì ricordando l’orribile sogno in cui Lily si era trasformata in uno zombie e aveva paura di quale sarebbe stato il risultato di quella lezione. Deglutì a fatica quando sentì l’eco del grido di Lily nella propria mente e il controllo le sfuggì. La sua negromanzia si collegò all’altro lato e, come un colpo di frusta, tornò indietro.

Tiara si premette forte contro il petto di Craven quando l’intero cimitero iniziò a risvegliarsi, facendola gemere di paura. “Non è una buona idea... non sono ancora pronta. Puoi fermare tutto?” lo supplicò.

“Va tutto bene.” sussurrò Craven “Accogli la paura... devi imparare a controllarla, non a farti controllare. Ricorda che quando dovrai richiamare le anime per la tua protezione proverai questa stessa paura.”.

Tiara rimase stupita quando non furono soltanto le anime a rispondere alla sua chiamata, ma anche gli zombi, che iniziarono ad emergere dalle tombe. Non le piaceva... non le piaceva affatto.

“Guarda cos’hai fatto.” la tranquillizzò Craven. “Invece di richiamare soltanto le anime hai invocato anche gli zombi come tue guardie del corpo. Ciò che le anime non possono combattere, gli zombie lo attaccheranno.”.

Tiara era ancora terrorizzata ma capiva cosa stava cercando di insegnarle Craven. Era una forma di autoconservazione che le permetteva di invocare due eserciti separati, per aiutarla semmai ne avesse avuto bisogno. Era un po’ spaventoso vederli emergere alla ricerca di chi li aveva chiamati per essere protetto.

“Desiderano combattere, vero?” sussurrò Tiara mentre guardava alcuni zombie strisciare con più vitalità di quanta ne avrebbero dovuta avere.

“Sì.” le labbra di Craven si allargarono in un lento sorriso vedendo il suo potere. La sua piccola negromante sarebbe stata un’utile forza di ricognizione, se al primo tentativo era già capace di tanto. Sentendola tremare le sfiorò la guancia accaldata e le sussurrò all’orecchio “Questo è uno dei motivi per cui Nile avrebbe dovuto temerti.”.

Zachary fermò bruscamente l’auto fuori dal cimitero in cui erano stati la prima volta. Era relativamente piccolo e si accigliò, chiedendosi perché Craven l’avesse portata proprio lì. Non si fidava ancora completamente di lui, ma sapeva che Tiara non avrebbe mai permesso a nessuno di mettersi tra lei e suo zio... padre... insomma, qualunque cosa fosse.

“Guardate.” sussurrò Jason. “L’intero cimitero si muove.”.

Zachary spalancò gli occhi e scese dall’auto in un lampo “Quel figlio di puttana!”

Guy e Jason corsero dietro di lui, sembrava abbastanza furioso da bruciare tutto.

Era arrabbiato sul serio... arrabbiato che Falco Notturno e Craven avessero sottratto Tiara alla loro protezione. Arrostì parecchi zombie che si erano mossi per fermarlo mentre superava l’ingresso del cimitero. Come diavolo avrebbe potuto proteggerla da esseri del genere se la portavano via dalla sua camera da letto?

Shadow seguiva gli uomini da vicino, era uscita dalla barriera dimensionale al cottage appena in tempo per vederli andare via. La sua pelle formicolava ancora per la corrente elettrica contro cui aveva combattuto per tornare in questo mondo. Aveva avuto a malapena il tempo di riprendersi prima di seguire l’umano che indossava il suo anello. Soltanto lui poteva condurla al suo obiettivo.

Dato che c’era il suo sangue nel gioiello, esso fungeva da guida, portandola dritta a quel cimitero fatiscente. Sapeva di dover rispettare il volere di Deth ma ciò non significava che doveva andare di fretta. Accigliandosi nel vedere gli zombie sul proprio cammino, seguì gli uomini fino ad una piccola radura con una grande fontana.

Rimase confusa e stupita e si fermò quando vide la figlia del suo padrone accanto ad un demone che avrebbe potuto essere il sosia di Deth. Gli somigliava sotto molti aspetti ma lei vedeva le differenze. I capelli erano più corti ma la sua bellezza eguagliava quella del suo malvagio padrone in molti dettagli peccaminosi.

“Dannazione, Craven.” ringhiò Zachary a pochi passi da loro. “Avresti potuto dirmi cosa volevi farle fare stanotte.”.

“Tu sei il compagno di Tiara.” disse Craven con calma, guardando la fenice negli occhi. “Ma ciò non significa che devo informarti di ogni suo passo. So meglio di te cosa le servirà in futuro.”.

“Guardala.” esclamò Zach, incapace di impedire che il color ebano filtrasse nei propri occhi. “È spaventata da morire. Hai risvegliato questi esseri solo per farle paura?”

“Sono stata io.” disse piano Tiara, scacciando le lacrime dagli occhi. Non si era nemmeno accorta che stava piangendo. “Non è colpa di Craven. Mi sta insegnando a proteggermi nel caso in cui uno di voi o Falco Notturno non riesca a raggiungermi in tempo. E poi è meglio se imparo, prima che di farlo per caso senza la minima idea di come gestirlo.”.

Il solo dirlo ad alta voce la fece sentire più forte e distolse gli occhi di smeraldo dagli zombie, incrociando quelli di Zachary. “Ricordi il vortice di anime che ho provocato all’Hollywood Cemetery? Sono un pericolo per tutti se non imparo a gestire anche questo, non credete?” Guardò Guy e Jason, augurandosi che capissero.

Shadow si accigliò e strinse gli occhi sullo strano gruppo di persone. E così quello era Craven. Aveva sentito Deth sussurrare mentalmente quel nome tante volte, ma sempre al passato. Forse, nella mente malata del suo padrone, Craven era morto. Guardò i tre uomini e si chiese se avrebbero combattuto.

“Non hai bisogno che loro combattano per te, Tiara.” Zachary stava facendo fatica a tenere a freno la propria rabbia e non voleva calmarsi. Non voleva che quelle persone gliela portassero via quando volevano e le insegnassero ad essere proprio come Deth. “Ci siamo noi a proteggerti. Manda a casa questo esercito.”.

Tiara premette la guancia contro la mano di Craven senza rendersi conto di quanto sembrasse sensuale quel gesto “Io capisco perché mi sta insegnando tutto questo, però hai ragione... è ora di mandarli a casa.”.

Craven guardò dietro di sé, mostrando a Zachary la propria irritazione. “Dovremo riprovarci, perché evocarli è solo il primo passo, dovrai riuscire a controllarli.”.

Pulsuz fraqment bitdi.

8,72 ₼
Yaş həddi:
0+
Litresdə buraxılış tarixi:
17 aprel 2019
Həcm:
210 səh.
ISBN:
9788873045403
Tərcüməçi:
Müəllif hüququ sahibi:
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