Kitabı oxu: «Pro-Mosaik Manifesto»

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Milena Rampoldi
Pro-Mosaik
Manifesto

ProMosaik 2022

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Una pubblicazione di ProMosaik LAPH.

Diritti d'autore: Milena Rampoldi

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Citazioni

Una vera follia che ognuno di noi

non fa che lodare la propria opinione!

Se Islam significa abbandono a Dio,

nell’Islam viviamo e moriamo tutti.

Johann Wolfgang von Goethe

Non dovremmo mai scordarci del fatto che vi è altro nel mondo che l’ordinario.

Thomas Bernhard

Vi sono dei pericoli intrinseci nell'apprendimento perché bisogna necessariamente apprendere dai propri nemici.

Leo Trotzki

L'arte non è ... un mezzo di lusso per innescare sentimenti di bellezza, gioia o simili nelle anime belle, ma una forma storica fondamentale del rapporto sociale tra le persone, come lo è il linguaggio.

Rosa Luxemburg

La povertà collegata con la mancanza di istruzione. Dobbiamo far sì che l'istruzione raggiunga tutti.

Nelson Mandela

Prefazione - Contro lo zeitgeist - per il futuro, spirito di utopia

Con la vittoria della dittatura del profitto sulla dittatura del proletariato, sorse il concetto della “fine delle utopie” - come se una dittatura, per quanto ben intenzionata possa essere all’inizio, avesse anche solo un briciolo in comune con l’utopia, senza rappresentare in realtà il suo opposto. Questa menzogna, diffusa in tutto il mondo dai media e dagli intellettuali accomodati, usando tutti i mezzi di manipolazione di massa, non è solo un crimine contro l'umanità, un insulto alla dignità umana e un patetico tentativo di derubare le persone del loro destino naturale per la realizzazione della libertà e dell’autodeterminazione, ma una menzogna semplice e struggente, stupida ed oltraggiosa, perché ignora la cosa più naturale, che in sé sarebbe solo un prerequisito materiale della realizzazione dell'utopia:

Che nessuno al mondo soffra più la fame.

Che nessuno al mondo debba più temere l'arbitrarietà dei potenti.

Che nessuno al mondo sia costretto a umiliarsi per sopravvivere.

Che tutti gli esseri umani abbiano accesso ad acqua potabile pulita.

Che tutti gli esseri umani abbiano accesso all'istruzione, alla conoscenza e alla ricerca.

Che tutti gli esseri umani abbiano il diritto di vivere la loro fede.

Che tutti gli esseri umani sviluppino le proprie capacità individuali e possano realizzare la propria diversità, la più grande ricchezza dell'umanità, a proprio vantaggio.

Ma la realtà ci dimostra che ci troviamo dinnanzi all’esatto contrario.

Mai prima d'ora ci sono state così tanta fame, miseria e malattie, così tante guerre civili e religiose, mai prima d'ora sono state prese delle misure così drastiche per isolare gli esseri umani l'uno dall'altro per poterli dominare come avviene oggi.

Tuttavia, mai prima d'ora nell'intera storia dell'umanità ci sono state delle possibilità materiali così sviluppate per consentire a tutti gli otto miliardi di persone di realizzare il loro diritto all'autorealizzazione, che però viene abusata in modo tale dall’uno per cento dell'umanità fino a rendere impossibile la realizzazione dell’utopia per il resto dell’umanità, mettendo in campo il terrore economico e psicologico, la guerra e il genocidio.

Mezzo millennio di sviluppo della scienza e della tecnologia hanno permesso di ottenere dei risultati giganteschi, mediante i quali ogni singolo essere umano potrebbe non solo disporre di acqua potabile, conoscenza e di un tetto sopra la testa, ma soprattutto dovrebbe lavorare solo per due ore giornaliere.

È da questo punto che parte il manifesto dell'utopia di ProMosaik, è qui che inizia, è su questo che si basa - andando poi oltre.

Non c'è niente di nuovo in tutto questo: tutte le religioni, tutte le visioni del mondo e le filosofie positive nel mondo hanno formulato, predicato e richiesto questi valori per migliaia di anni.

Il fatto che questi obiettivi non solo non vengono realizzati, ma che in tutto il mondo minaccia di dilagare il bio-fascismo, rende questo manifesto e il suo richiamo a quello che è necessario e possibile così incoraggiante e soprattutto urgente.

Questo manifesto non solo descrive i valori necessari alla sopravvivenza, i loro contenuti, i loro obiettivi e le loro possibilità - ma descrive soprattutto l'atteggiamento delle persone necessario alla loro realizzazione - un atteggiamento che viene sempre più divorato dalla dittatura del profitto interiorizzata nell'inconscio.

Questo manifesto ci ricorda ciò che per l’essere umano dovrebbe essere naturale e ciò che dovrebbe suscitare un senso di imbarazzo in tutti coloro per i quali non è qualcosa di naturale.

Questo manifesto è un invito a tutti ad iniziare finalmente e in modo inarrestabile a fare tutto il possibile per metterlo in pratica nel loro piccolo e a livello globale.

Grazie infinite, Milena.

Christoph Wackernagel, Bamako, 16 marzo 2021

Introduzione

Da quando esiste ProMosaik, ci sono state sia delle critiche costruttive che distruttive al nostro approccio. Allo stesso tempo, le persone si interrogano su quello che produciamo e facciamo. Le persone che ci trovano su internet e ci leggono, si chiedono chi siamo, che cosa facciamo e, soprattutto, per quale motivo lo facciamo. Dunque, come fondatrice di ProMosaik, ho deciso di dare libero sfogo alle nostre idee, “ribaltandole” nella realtà in questo libretto al fine di promuovere una discussione su tematiche importanti quali l'identità, la diversità, il senso della vita, l'attivismo e la rivoluzione estetica.

ProMosaik non è solo un gruppo di persone e la totalità delle loro convinzioni, speranze, del loro impegno e del loro elan, ma anche un'interazione e un incontro tra contenuti, visioni del mondo e diversi approcci alla vita sociale e politica e il significato della vita e dell'azione in senso olistico.

Per noi azione e vita, conoscenza e azione sono strettamente intrecciate. Per noi, la dinamica dei processi sociali e politici è una creazione rivoluzionaria della vita dell'individuo, della società e della comunità globale e il cambiamento innovativo dello stato attuale del mondo, che, come spesso sottolineiamo, così come è, non ci piace.

E quest’impressione ce l’abbiamo soprattutto nella nostra epoca del Covid-19, caratterizzata da un'estrema passività dell'intelletto e dell'azione. Si tratta di un periodo che evidenzia chiaramente fino a che punto le persone accettano “volontariamente” la loro oppressione, distruzione e limitazione.

La nostra vita è diventata una “favola invernale” (Wintermärchen) come la intendeva l’autore tedesco Heinrich Heine. Per me personalmente, la favola invernale simboleggia la mancata realizzazione dei pensieri o il “prosciugamento” del proprio intelletto politico. Nel capitolo VI della sua opera Heinrich Heine affronta proprio questa paura che noi cittadini del Covid-19 proviamo nel nostro presente esattamente come la provava il poeta nella sua epoca.

Le idee cadono nel dimenticatoio. Le utopie si stanno prosciugando. I sogni perdono la loro intensità cromatica. La rivoluzione rimane imprigionata nelle proprie parole. Non si afferma. Heine, nella sua opera, fa apparire un demone che annuncia: “Io sono l'azione del tuo pensiero”.

Il demone mostra dunque lo specchio al rivoluzionario che è diventato passivo e morente, rivelandosi a lui sotto forma di azione, come l’agente della sua intellettualità, che sembra aver scordato la sua spinta in avanti, il suo “pro” volto all’attuazione dell’ideale nel mondo reale concreto. In questo modo, il pensiero e l’azione si dissociano, abbandonando la propria unità. Infatti, in Heine il demone entra in gioco come una forza esterna che sprona l’intelletto morente all’azione. In questo modo si forma un dualismo e una divisione tra l'utopia e la sua attuazione nel mondo reale. E questo promuove la dittatura, il fatalismo, la passività, il pensiero riformista superficiale e la vita apolitica alla Biedermeier.

In questo senso, ProMosaik vorrebbe rappresentare un atteggiamento attivo e dinamico nei confronti della vita, delle persone, della società e della politica. Il nome ProMosaik è composto da due parole positive: da una parte la preposizione affermativa “pro” e dall’altro il simbolo artistico della diversità, il mosaico, che è stato creato e coltivato in modo simile in tante culture, religioni e civiltà.

Come ci suggerisce la definizione dell’enciclopedia Treccani, il prefisso verbale e nominale “Pro” ha dei significati molto diversificati.

“Prefisso verbale e nominale di molte parole derivate dal latino o formate modernamente, con varia funzione e diversi sign.: 1. In verbi (generalmente provenienti dal latino) e nei loro derivati, significa «fuori» o «davanti» (proclamare, progettare, pronunciare), «davanti e in basso» (procombere, prosternare), oppure indica estensione, prosecuzione nello spazio e nel tempo (procedere, progredire, propagare, protrarre, procrastinare, promuovere), e sim. 2. In nomi di parentela, indica o gli ascendenti, più o meno lontani, dei genitori, talora i collaterali di quelli (proavo, progenitori, prozio) o, meno spesso, i discendenti (pronipote) dei parenti designati dal sostantivo a cui si premette. 3. Con senso di «invece di, in luogo di», si prepone soprattutto a nomi designanti una funzione, un ufficio, una carica, per indicare la persona che fa le veci di un’altra: proconsole, propretore, ecc. (in latino, pro aveva originariamente funzione prepositiva, e si diceva pro consule, pro praetore, pro legato, ecc., divenuti poi proconsul, propraetor, prolegatus, ecc.). Analogo sign. ha il prefisso in pronome (lat. pronomen). 4. Sul modello inglese, si sono formati anche in italiano alcuni agg. (come protedesco, probritannico, prorusso, ecc., equivalenti ai più comuni filotedesco, ecc.), nei quali il prefisso, significante «in favore di, che sta dalla parte di», è usato con un valore che non ha antecedenti in latino, dove soltanto in funzione prepositiva pro aveva tale sign. (v. pro1). Con senso simile si trova inoltre in pochissimi altri termini tecnici, di formazione più recente, come prodetonante («che favorisce la detonazione»), progestativo («che esplica azione favorevole alla gestazione»).”

Secondo ProMosaik va sottolineato particolarmente il significato socratico dell’“emergere” espresso dall’attività dell’ostetrica intesa come forza femminile del cambiamento, il risultato di una ricerca come persona facente parte di una cultura, società e comunità di pensiero politico e l’“a favore di” che simboleggia l’impegno a favore dei valori positivi e aperti in senso prospettico. Il significato “davanti, in avanti” è solo l'ultimo momento di questa implementazione demoniaca dell’ideale nel mondo reale, che come è al momento non ci piace affatto.

Quest’ultimo passaggio vorrei chiamarlo “ribaltamento dell’utopia nella realtà”. Viviamo felici e dinamici in un mondo che però non ci va bene come è attualmente e che dunque vorremmo rivoluzionare e cambiare. Ma questo non significa che non amiamo la vita, perché questo tempo limitato in questo mondo che non ci piace è tutto quello che abbiamo. Per questo è giunto il momento di “ribaltare” con forza i nostri ideali nel mondo reale al fine di eliminare l'odore della discarica, rendendo il mondo un luogo più umano in cui vivere.

Per questo motivo, ProMosaik è anche la designazione di una contraddizione, di una negazione radicale e netta delle condizioni di questo mondo, caratterizzato da militarismo, ostilità, mancanza di bellezza, ingiustizia radicale, socialmente e politicamente fondata e giustificata, disuguaglianza profonda e anti-empatica - caratterizzata da razzismo, discriminazione, misoginia, antisemitismo, glorificazione della violenza e islamofobia.

Inoltre, adoriamo la gastronomia e la sua diversità, il mondo dell'arte e la sua versatilità, la bellezza speciale e allo stesso tempo universale di tutte le culture e civiltà.

Amiamo l'unicità e l'universalità e i simboli che si celano dietro di esse. Vorremmo mangiare bene e quindi vorremmo evitare qualsiasi “zuppa nazista” come la chiamava Thomas Bernhard, al quale nel suo piatto pieno di nazisti mancavano le tagliatelle, che oggi mancano anche a me come mancavano all’autore dopo l’Anschluss dell’Austria al Terzo Reich. La zuppa nazista, di color marrone, non fa per noi, e lo diciamo apertamente. Non ci piace e in più non ha neppure un bell'aspetto.

Quello che invece ci piace è un mondo colorato di mosaici, in cui ogni piccola pietra conserva il suo colore, senza farsi assimilare cromaticamente. Tra ogni pietra e quella adiacente c'è una linea sottile di demarcazione, una striscia che segna il confine tra le due pietre. Il colore di questa linea nella maggioranza dei casi è bianco. Il colore bianco è il sinonimo di purezza, ideale, luce e verità. Questa linea però rappresenta anche la distanza tra le pietre. E questo va benissimo.

Perché ognuno ha il suo mondo, il suo colore ed entra in contatto con gli altri passando per questo suo mondo. Ognuno oltrepassa questa linea bianca, passando per un ponte che costruisce lui stesso. In questo modo, conosce il mondo dell’altro, il mondo della pietra adiacente. Si avvicina all'altro, sì, ma allo stesso tempo entra anche in contatto con un mondo che non è il suo e che neppure deve essere il suo.

L'io è solo sé stesso nella sua relazione con il tu. Infatti, come suggerisce il filosofo Martin Buber, l’essere umano diventa io relazionandosi con il tu. Ma l’io rimane io, e il tu rimane tu.

La stessa cosa accade nel rapporto dell'io con il Tu assolutamente altro, ovvero con Dio nel senso di Emmanuel Levinas. L'io cresce nella sua relazione con il tu. Il tu può essere un tu umano o un tu trascendente. Ma l'io non si fonde mai con il tu, non si fa inglobare e neppure distorcere dal tu. Infatti, l’io mantiene la propria identità. Il risultato di tutto questo è un mondo all’insegna della diversità. E questa diversità è il successo che abbiamo ottenuto mediante la comunicazione e il contatto tra gli esseri umani.

Contatto e diversità, vicinanza e distanza, percezione estetica, sociale e politica e riconoscimento della diversità a tutti i livelli è ciò che mi definisce personalmente come essere umano, come donna e come musulmana, affermando la mia diversità a tutti i livelli.

Solo chi percepisce, riconosce, sopporta e vive la diversità è capace di costruirsi una vita e un'azione significative nel proprio ambiente socio-culturale e politico. Chi si vede come individuo e si relaziona con il tu, chi comunica, si confronta, si mette in rapporto, esercita empatia e non evita i conflitti, genera una dimensione semantica, crea innovazione e plasma la rivoluzione in senso estetico, sociale e politico.

A questo punto vorrei parlare più di un'arte della rivoluzione che di arte e rivoluzione nel senso di Trotzki. Questo non toglie che vorrei assolutamente attenermi alla definizione dell’arte in Trotzki come “espressione del desiderio dell'essere umano di vivere una vita armoniosa e appagata”.

E questa armonia si è persa del tutto a causa dello stato attuale del mondo contemporaneo in cui viviamo e le cui maschere sono state fatte cadere dal coronavirus.

Inoltre, si è perso il senso dell'utopia e dell'agire a favore di un'utopia nel senso del suddetto “pro”. La parola d’ordine di Martin Luther King “I have a dream” rappresenta la visione di un ribaltamento dell’idea utopica di un sogno in una realtà orribile, sanguinosa e misantropica che circonda, assedia e limita tutti noi. Come scrisse Leo Trotzki in una lettera all'editore sulla rivoluzione nell'arte nel 1939:

“Non è possibile uscire da questo vicolo cieco, servendoci dei mezzi messi a disposizione dall’arte. Tutta la cultura sta vivendo una crisi profonda che la imprime dalla base economica fino agli strati ideologici più elevati. L'arte non può né sfuggire a questa crisi né prenderne le distanze. L’arte non può semplicemente limitarsi a salvare sé stessa. Subirà un inevitabile decadimento - pari al decadimento dell’arte greca sotto le rovine della cultura schiavista - se la società contemporanea non sarà in grado di realizzare un cambiamento radicale. Questo problema ha un carattere assolutamente rivoluzionario. Per questo motivo, la funzione dell'arte nella nostra epoca è determinata dal suo rapporto con la rivoluzione”.

Non riusciremo ad uscire dalla trappola del Covid-19 né attraverso uno sconvolgimento artistico né per mezzo di una rivoluzione che si limiti all’arte e che salva l'arte dal suo soffocamento nella passività, ma solo attraverso una rivoluzione estetica all’interno della società e della politica in senso olistico.

Ci sono due versi coranici fondamentali che vorrei inserire in questo discorso sul mosaico “pro” nel senso più ampio. Da un lato ritroviamo il versetto 30 della Sura “La vacca”, che vorrei chiamare il versetto pessimistico degli angeli che recita:

“E quando il tuo Signore disse agli angeli: “Sto per nominare un califfo sulla terra”, gli angeli risposero: “Vuoi veramente istituire un califfo che non farà che devastare la terra, spargendo sangue su di essa, mentre siamo noi che Ti lodiamo e cantiamo lodi alla Tua santità?” “Io so cose che voi invece ignorate.”

Allah, dunque, non rivela agli angeli il motivo per cui dà all'uomo la libertà di scegliere il male e di spargere sangue nel mondo. L’essere umano sembra non apprendere assolutamente nulla dal passato pieno di guerre se non la pseudo-dottrina suicida all’insegna della perpetrazione della corsa agli armamenti e della militarizzazione realizzata mediante un aumento vertiginoso della tecnologia e dell’energia nucleare.

Ma allo stesso tempo Allah parla della diversità delle culture e delle civiltà come qualcosa di positivo e da Lui voluto. Infatti, i versetti coranici 5:48-49 esprimono esattamente questo concetto:

“Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso. Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi una sola comunità. Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate in opere buone. Tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali siete discordi.”

All’essere umano, dunque, spetta il compito di praticare la tolleranza in questo mosaico del mondo, che non dovrebbe trasformarsi in una zuppa nazista di color marrone. La diversità, dunque, rappresenta “lo stato normale” dell’esistenza umana. L'allineamento e l'assimilazione forzata degli esseri umani sono infatti l’esatto contrario dell’umano. L’essere umano significa diversità radicale, differenza innovativa, distanza sana, dibattito costruttivo, tolleranza ben ponderata e anche ritiro quando una persona raggiunge i limiti della propria tolleranza.

Per ProMosaik, è essenziale focalizzare sull'uguaglianza di tutti gli esseri umani. Indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione, dalla cultura, dall'origine sociale, dall'orientamento sessuale e dallo stato di salute, ogni essere umano ha la stessa dignità, che riafferma agendo in modo umano, rispettandola e attenendosi al principio di Hillel secondo cui:

“Ciò che non è buono per te non lo fare al tuo prossimo.”

Così, in un mondo all’insegna della diversità, esiste la distanza, la consapevolezza dei limiti della propria tolleranza, la pratica dell'empatia, la comprensione insufficiente del tu, ma non si affermano mai la discriminazione aperta, il razzismo ideologico e il pensiero di superiorità di destra ed etnocentrico che porta alla violenza cieca e all'eliminazione degli oppositori politici visti come “degenerati”.

ProMosaik rappresenta quindi l'enfasi consapevole sulla diversità a tutti i livelli. Il nostro obiettivo consiste nel praticare le relazioni interculturali nella nostra vita quotidiana al fine di promuovere l'interculturalismo globale basato sul cosmopolitismo umanista.

Il nostro essere giovani, vecchi, neri, bianchi, disabili o sani, è prova della nostra meravigliosa diversità e inclusione – l’incarnazione vivente dello stare insieme per condividere la gioia di imparare qualcosa gli uni dagli altri attraverso i cambiamenti sociali che abbiamo realizzato nel tempo.

E questo apprendimento è il risultato dei cambiamenti sociali che abbiamo apportato nel corso della storia. Ovviamente, questo atteggiamento esistenziale di fondo “a favore” (pro) del mosaico produce delle conseguenze a livello sociopolitico.

Ci uniamo alla lotta contro la schiavitù. Ci opponiamo al capitalismo predatorio. Difendiamo i diritti dei disabili, impegnandoci a favore della loro inclusione. Sosteniamo movimenti antimperialisti e anticolonialisti. Crediamo nella giustizia e nel “ribaltamento” della giustizia nella realtà attuale qui ed ora. Ci opponiamo ad ogni tipo di fatalismo, agendo in modo dinamico e comunicativo. Siamo contrari ad ogni tipo di discriminazione e razzismo. Difendiamo i diritti delle donne. Siamo convinti del fatto che non esistano rifugiati, ma solo esseri umani.

Crediamo che i bambini rappresentino il nostro futuro e che un modello educativo innovativo e interculturale sia quindi un assoluto dovere volto a promuovere una società all’insegna della pace, del rispetto per la diversità e delle pari opportunità, per mezzo di una realizzazione pratica e rivoluzionaria e dallo svolto estetico.

Ora vorrei passare alle brevi sezioni sui singoli principi del nostro “Manifesto”.

Pulsuz fraqment bitdi.

6,39 ₼
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Yaş həddi:
0+
Həcm:
110 səh.
ISBN:
9783754940273
Naşir:
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Bookwire
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